lunedì 22 novembre 2010

Prove di mammità




Passo il venerdì sera dai miei rotolata per terra tra palline colorate e peluches; mi alzo il sabato mattina alle otto pronta a correre e a giocare per le quattro ore consecutive, anche al freddo o sotto la pioggia, dopo una settimana di lavoro per cui non basterebbero due giorni di sonno consecutivi per recuperare; se devo andare dal parrucchiere e poi, per dire, a un matrimonio, mi organizzo con quei santi dei miei genitori, che la vengono a prendere dopo la scuola, per portarla con loro in campagna; corro come una pazza furiosa, e nonostante questo mai maledico di essermi presa un impegno in più, come mi è d’abitudine invece fare per tutte le ennemila attività che pratico; quando la vedo andare via, e gira il collo per cercarmi, e mi guarda dalla macchina che si allontana, anzi, mi si stringe il cuore, e poi sento che mi manca per il resto del tempo che avrei passato con lei; il sabato sera quando lei è con me lo dedico tutto alle coccole, magari davanti a un bel film; il week end passa tutto felicemente assecondando i suoi tempi di gioco, sonno, bisogni e pappe; se anche si esce una sera o si decide per una passeggiata pomeridiana in centro, lei è sempre con noi, e generalmente al centro delle attenzioni nostre e degli amici.
Ed io adoro tutto questo. Adoro pensarla e che mi brillino gli occhi e il sorriso mi diventi ebete quando parlo di lei. Adoro provare questo amore folle. Anche se la bimba in questione è una cucciola di Golden Retriever, sto provando credo qualcosa di simile alla dedizione di una mamma.



L’amore incondizionato, il senso di protezione, il desiderio di darle tutto quello di cui ha bisogno, la profonda voglia di farla stare bene e di renderle tutto l’infinito affetto che lei sa concedere, pur certa che mai potrò arrivare a tanto. La consapevolezza che ogni sacrificio, ogni fatica, non potrà che essere ripagata da un'intima felicità e da quel senso di appagamento che dice al tuo spirito: stai facendo del bene a qualcuno che ami, a qualcuno che ha bisogno di te.
E anche un po’ di quel viscido senso di colpa, che s’insinua tra le pieghe delle mie troppe serate passate in ufficio, mentre sento che da qualche parte, non troppo lontano da me, un piccolo dolce esserino ha voglia di leccarmi la faccia e di godersi le sue – meritatissime – corse, condite dalle mie risate e da mille coccole.



Se faccio così con un cane, direi che per quando sarò mamma mi converrà proprio potermi organizzare con un bel part-time :)

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